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lunedì 4 luglio 2011

La Crisi terminale del capitalismo?

La Crisi terminale del capitalismo?

di Leonardo Boff Teologo, filosofo e scrittore

(traduzione di Antonio Lupo – Comitato Italia Amigos Sem Terra -MST )

Ho sostenuto che l'attuale crisi del capitalismo è più che congiunturale e strutturale. E' terminale. E' arrivata alla fine la genialità del capitalismo di riuscire sempre ad adattarsi a qualsiasi circostanza. So che pochi condividono questa tesi.

Due considerazioni mi portano a questa interpretazione.

La prima è la seguente: la crisi è terminale perché tutti noi, ma soprattutto il capitalismo, siamo vicini ai limiti della Terra.

Occupiamo, depredando, tutto il pianeta, distruggendo il suo sottile equilibrio e esaurendo in misura eccessiva i suoi beni e servizi al punto che esso non riesce, da solo, a ricostituire quello che gli è stato sequestrato.

Già a metà del secolo XIX Karl Marx scriveva profeticamente che la tendenza del capitale andava nella direzione di distruggere le due fonti della sua ricchezza e riproduzione: la natura e il lavoro.

E' quello che sta avvenendo.

La natura, effettivamente, si trova in una situazione di grave stress, come mai in passato, perlomeno nell'ultimo secolo, non tenendo conto delle 15 grandi decimazioni che ha conosciuto nella sua storia di più di quattro miliardi di anni.

Gli eventi estremi verificatisi in tutte le regioni e i cambiamenti climatici che tendono a un crescente riscaldamento globale parlano a favore della tesi di Marx.

Come si riprodurrà il capitalismo senza la natura? E andato a scontrarsi con un limite insuperabile.

Crea precariato o prescinde dal lavoro stesso. C'è grande sviluppo senza lavoro. L'apparato produttivo informatizzato e robotizzato produce di più e meglio, con quasi nessun lavoro. La conseguenza diretta è la disoccupazione strutturale.

A milioni non entrano più nel mondo del lavoro, neppure come esercito di riserva. Il lavoro, prima dipendente dal capitale, ora prescinde dallo stesso.

In Spagna la disoccupazione raggiunge il 20% in generale e il 40% tra i giovani. In Portogallo il 12% nel paese e quella giovanile è al 30%.

Ciò significa una grave crisi sociale, che sta distruggendo in questo momento la Grecia.

Si sacrifica tutta una società in nome di una economia, fatta non per dare soluzioni ai bisogni degli uomini, ma per pagar i debiti con le banche e il sistema finanziario.

Marx ha ragione : lo sfruttamento del lavoro non è più fonte di ricchezza.

E' la macchina.

La seconda ragione è collegata alla crisi umanitaria che il capitalismo sta generando. Prima era limitata ai paesi periferici, ora è globale e ha toccato i paesi centrali.

Non si può risolvere la questione economica distruggendo la società.

Le vittime, collegate tra di loro con nuovi sistemi di comunicazione, resistono, si ribellano e minacciano l'ordine vigente.

Sempre più persone, specialmente giovani, non stanno accettando la logica perversa dell'economia politica capitalista: la dittatura delle finanze che, tramite il mercato, sottomette gli Stati ai suoi interessi e le rendite dei capitali speculativi, che circolano di Borsa in Borsa , portando guadagni, senza produrre assolutamente nulla, solo ai suoi detentori..

Ma è stato proprio il sistema del capitale che ha prodotto il veleno che lo può uccidere: esigendo dai lavoratori una formazione tecnica sempre più qualificata per restare al livello di una crescita accelerata e di maggior competitività, involontariamente ha creato persone che pensano.

Queste, lentamente, vanno scoprendo la perversità del sistema che espelle le persone in nome di una accumulazione meramente materiale, che si mostra senza cuore nel pretendere sempre maggior efficienza fino a portare i lavoratori a livelli di stress profondo, alla disperazione e, non raramente, al suicidio, come avviene in vari paesi, compreso in Brasile.

Nelle strade di vari paesi europei e arabi, gli "indignati” che riempiono le piazze di Spagna e Grecia sono manifestazione di rivolta contro il sistema politico vigente, sottomesso al mercato e alla logica del capitale

I giovani spagnoli gridano: "non è crisi, è ladrocinio”.

I ladroni sono sdraiati comodamente in Wall Street, nel FMI e nella Banca Centrale Europea, sono i sommi sacerdoti del capitale globalizzato e sfruttatore.

Coll'aggravarsi della crisi, nel mondo aumenteranno le moltitudini che non sopportano più le conseguenze del supersfruttamento delle proprie vite e della vita della Terra e si ribellano contro questo sistema economico che fa quello che ben capisce e che ora è in agonia, non per vecchiaia, ma per la forza del veleno e delle contraddizioni che ha creato, castigando la Madre Terra e penalizzando la vita dei suoi figli e figlie.

Leonardo Boff è autore di Proteggere la Terra-prendersi cura della vita: come evitare la fine del mondo, Record 2010



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