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lunedì 9 marzo 2009

No alla cementificazione

Mazara del Vallo è una città che non respira. Le amministrazioni che si sono succedute nel tempo non hanno ritenuto di creare spazi verdi nei nuovi quartieri e quelli di cui era dotato il centro storico si sono ridotti notevolmente: il cemento imprigiona i tronchi degli alberi, la terra battuta scompare sotto la piastrellatura dei viali, il resto è occupato da pizzerie e bar.

Che a Mazara del Vallo si sconosce l'utilità delle piante per la salubrità dell'aria e per la mitigazione della temperatura nei mesi estivi lo dimostra anche la frequente potatura effettuata alle chiome dei ficus, unica attenzione che l'amministrazione riserva al verde pubblico. (vai al post “Stroncare o potare?).

Questo disastro già in atto potrebbe essere aggravato dalla dissennata proposta avanzata in questi giorni dal governo nazionale, tendente ad aumentare il coefficiente di edificabilità dei centri urbani.

L' ipotesi, in controtendenza rispetto alle scelte in materia urbanistica che nel resto del pianeta si stanno realizzando, prevede un incremento di circa il 20% della cubatura esistente e sino al 30% per edifici obsoleti. Se la ricostruzione ed il risanamento "riesce ad inglobare anche l’utilizzo di una ecologia ecosostenibile", la percentuale arriva al 35%.

Questo ultimo punto è l'unico positivo della proposta, che, se approvata in parlamento, promuoverebbe la bioedilizia e il risparmio energetico con adeguati incentivi. Di contro si darebbe il via libera ad un'ulteriore cementificazione delle città.

Ma non sembra che in Italia manchino le case. A Mazara, che in questo non differisce da altre città italiane, nuovi palazzi si alzano, sia in centro che in periferia, disegnando geometrie asfittiche, e grandi supermercati sorgono ogni giorno rubando terreno all'agricoltura.

Se il governo nazionale incoraggia al massimo lo sfruttamento del terreno per ricavare profitto, dimostra di ignorare che il suolo, come l'acqua, è un bene comune da tutelare, la sua cementificazione riscalda il pianeta, aggrava i problemi legati al rifornimento delle falde idriche, intacca la qualità della vita dei cittadini.

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