Pagine

martedì 3 febbraio 2009

La ricetta di Obama coniuga sostenibilità ambientale e misure anti-crisi

fonte: Meltin'Pot on web > Esteri > Ambiente

Il piano per una nuova Politica Ambientale negli Stati Uniti
Piani di investimento pubblico, incentivi, sviluppo e diffusione di un sistema energetico e produttivo “verde”: questa la ricetta di Obama per coniugare sostenibilità ambientale e misure anti-crisi

01.02.2009 - Giulio Serafino

Obama ha giurato da una decina di giorni appena e già la mano riformatrice del neoeletto Presidente si apre e stringe l’America permeandola di nuova linfa. E si, perché il tocco del nuovo Presidente è deciso come quello del suo predecessore e nello stesso tempo non potrebbe essere più diverso. Bush è una pagina di un libro che non sarà mai più aperta, ora Mr. Obama vuole scrivere la sua di storia e inizia a riempire le pagine vuote, cariche di speranze, che il tempo della storia attende siano sporcate. Non è un caso allora che, dopo Guantanamo, il neoeletto presidente cominci il suo mandato invertendo la rotta sul tema ambientale, uno di quei sassolini fastidiosi tra le scarpe verso cui Bush, prendendo di petto gran parte dell’opinione pubblica mondiale, aveva rinunciato a dare una soluzione, mal sopportando critiche degli esperti e rapporti poco incoraggianti sull’impegno ecologista Statunitense. Ecco perché la presentazione del piano verde, che si è tenuta lo scorso 27 gennaio nell’aula est della Casa Bianca, trascende il suo pur fondamentale carattere materiale per rivestirsi di una carica simbolico-strategica, trasmettendo al mondo intero il senso inequivocabile di un inversione di rotta totale rispetto alla politica di Bush.

Scendendo nel concreto gli obbiettivi ambientali della nuova amministrazione sono strumentali a fronteggiare la crisi economica in modo tale da rimettere in moto nel più breve tempo la più grande potenza mondiale, e trascinare cosi il resto del pianeta verso la ripresa. Cardine del nuovo programma è l’indipendenza dell’America dal petrolio straniero; è prevista la ricerca di nuovi pozzi da un lato, e dall’altro l’apertura allo sfruttamento di energie alternative da fonti rinnovabili (eolica e solare in primis). Per quanto riguarda le emissioni, la riduzione di CO2 verrà realizzata con la fissazione di vincoli alle case automobilistiche alla costruzione di veicoli, a partire dal 2011, secondo standard di efficienza compatibili con i protocolli internazionali, mentre impatto immediato avrà lo sblocco dell’Epa (agenzia per la protezione ambientale), che consentirà a 13 stati tra cui la California di adottare standard sulle emissioni di CO2 in particolare sulle strade, provvedimenti che gli stati suddetti hanno da tempo adottato,e rimasti sinora nel limbo dell’inefficacia a causa del veto imposto a Bush dalle lobby automobilistiche.

Non meno importante è l’apporto del piano ecologista in termini di occupazione. Stando alle stime presidenziali, saranno 5 milioni i green collar jobs (posti di lavoro “verdi”) direttamente creati dagli investimenti nel settore dell’industria ambientale. Così la nuova America dimentica il recente passato e studia un riavvicinamento alle grandi potenze occidentali in tema di gestione dell’effetto serra, il cui l’obbiettivo è quello di conciliare un valore primario come quello del rispetto della salute e la tutela dell’ambiente con le manovre necessarie per una pronta ripresa economica, con la speranza che una volta passato l’incubo ci si possa ritrovare nel più dolce dei sogni, quello americano, arricchito da una sterzata nel senso della sostenibilità ambientale.

Nessun commento: